martedì 29 novembre 2011

mamma li pilipini!

articoli disperati e preoccupati, del tipo stracciamocilevesti su la repubblica e sul corriere perché a milano ci sono le bande. in italia ci sono le bande. oddio si accoltellano e portano le bandana. mi pare di essere nei begl'anni 80 quando i ciofani sputavano per terra nei film tipo rusty il selvaggio e facevano le facce minacciose.
leggo le nazionalità di queste giovani bande di 14enni malavitosi.
sono peruviani, ecuadoreni, filiuppini.
FILIPPINI?
rileggo.
FILIPPINI in piazza sant'alessandro.
a portare l'ORRORE in piazza sant'alessandro.
non posso tacere una risata.

cioè, gli immigrati sfigati, quelli che non fanno paura a nessuno, quelli che non sono oggetto neanche di razzismo, fanno LE BANDE e TERRORIZZANO LA GENTE.

gli immigrati CATTIVI, quelli che dai media sono sempre dipinti come con le palle di marmo, stupratori seriali, maestri dell'arma bianca, e che SPUTANO PER TERRA, ovvero i soliti slavi, i rumeni, gli albanesi, e poi i neggri, i marocchini e gli egiziani, loro no, loro non le fanno le bande. probabilmente sono troppo presi a lavorare e spaccarsi la schiena, oppure a fare i crimini seri. invece loro, i pupattoli, i FILIPPINI (cioè, capito, i FILIPPINI, come marco mazzocca) FANNO LE BANDE. cacchio una banda di filippini che ti vien da pensare? che passano i mobili con il piumino o che ce l'han lungo 5 cm? una banda di peruviani, con il poncho e il flauto andino?

mi par di intuire che per gli immigrati, anche di seconda generazione, è preferibile avere un ruolo, foss'anche da badass, piuttosto che essere semplicemente ignorati. meglio far paura, e FARE LE BANDE che essere semplicemente dei diversi, rinchiusi in uno stereotipo.


http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/11/25/news/birra_a_fiumi_risse_e_aggressioni_cos_le_gang_assediano_via_torino-25548615/

lunedì 28 novembre 2011

il futuro è una trappola

alla fine eccomi qui a perdere un altro giorno ad alambiccarmi per risolvere il mio futuro, quando inizio ad avere un'età per la quale il futuro sgocciola e il tempo finisce.

non sono fantasiosa tanto da inventarmi un lavoro interessante e creativo, né so far nulla di diverso da ciò che ho sempre fatto. non mi vedo -chessò- a guarnire cupcakes da sera a mattina. ho sempre e solo fatto la giornalista. non mi pagano, non si sa se e quando lo faranno (bontà loro), non si sa per quanto avrò un lavoro (al momento e da tanto gratuito) e il mio capo si rifiuta di parlarmi perché evidentemente gli sto sulle balle (o almeno questo è ciò, facciadimerda, ha detto ai sindacati, dimostrando di essere o scemo o più prepotente di mr B).

mi vedo lì, minuscola, a guardare il PROBLEMA che mi fronteggia e che è così grosso e ciccione che LUI, beh li certo che non mi vede. sono lì di fronte e non riesco neanche a contenerlo tutto nel mio campo visivo.

ciò che più mi fa imbufalire è la scorrettezza, il senso di ingiustizia, il constatare che a nessuno, né a sindacato né a chi si deve occupare dei miei oneri contributivi, importa nulla di ciò che mi accadrà.
che a 37 anni uno non dovrebbe sudarsi un futuro. avere l'incubo del futuro. essere angosciata e piangere per il futuro. non poter pensare a farsi una casa o una famiglia (manco un viaggio) perché non ha soldi e non ne ha mai avuti (ma lavora senza pause dal '97), ma essere nel futuro, con figli e orto e aver costruito qualcosa.
invece io ho niente niente niente niente.
e citando il barbone romeno che vive nella fabbrica abbandonata, niente + niente + niente non fan 50 niente, fa solo niente.

e stiamo qui a preoccuparci di mostri mitologici chiamati MERCATO quando ai lavoratori ormai non è più rimasto alcun diritto né nessuna garanzia.

sabato 26 novembre 2011

le verità di anobii

ieri mi ha detto che è andato a guardare il mio ANOBII. che ANOBII è fatto per essere guardato, ma io l'ho trovato un po' morboso, tant'è.
quel che mi fa pensare è che ha chiesto: ma tu scegli i libri da leggere solo in virtù del fatto che non li conosce nessuno?
mi ha fatto pensare. perché io ovviamente non li scelgo in funzione di ciò, e ovviamente se scopro un libro è perché l'ho visto addosso a qualcun altro, per cui sic est che esiste e per me non è sconosciuto.
poi ovviamente stamani ho spulciato tutto il mio scaffale. l'ho fatto perché lui non è uno sprovveduto. lui dice che per i primi 25 anni della sua vita non ha fatto che leggere. l'ho girato e rigirato e a parte i numerosi libri di viaggio su londra e sull'est asiatico, non ho visto nulla. e non avevo mai pensato che una libreria potesse essere vista in questo modo. come qualcosa che noi organizziamo per rimandare un'immagine di noi, come quando esci con uno che ti piace la prima volta e metti il push up... ma come una cosa vera, che dice chi sei davvero. e poi ho pensato: ma chi è così malato da falsare i suoi GUSTI per far credere di essere in un modo o nell'altro? come chi finge di essere vegano per essere accettato dalle pischelle hippy. e ho concluso che lui è colto, sì, ma che forse la sua cultura gli ha creato una sovrastruttura che gli ha mandato in pappa il cervello...

lunedì 21 novembre 2011

imene nuovo

ancora la vostra eroina si confronta con le amiche e con se stessa per decidere se esportare 11 anni di post sul suo blog. se perdere tutti quei ricordi, il capitano, il conte, le notti di follia con la band, o tenerne traccia, e cicatrice, su di sè. ancora l'eroina non ha deciso. non capita tutti i giorni l'occasione di avere un imene nuovo.

sabato 19 novembre 2011

questo è il primo post

Sentirsi rassicurati perché si tiene il Gatto per mano, che sta lì, appiccicato appiccicato, con il mento morbido sulla mano. che quando gliela metti vicina lui l'afferra perché sa già cosa c'è da fare. sentirsi rinfrancati dal piumone. vedere luci tipo UFO che atterra oltre le imposte. sognare teste esplose. cercare rassicurazione nel the chai. rincuorarsi in rapporti che evolvono, in presenze che ci sono, nel fatto che sarai dalla mia parte. cose piccole, mondo piccolo, persona piccola (io).
non voler più uscire dal percorso solido delle sicurezze perché al momento il Mondo fa davvero davvero paura