mercoledì 28 dicembre 2011

NON MI MANCHI PER NULLA

quando poi torni,. dopo tutte quelle che mi hai detto, con una mail con scritto *inutile girarci intorno, mi manchi*, il primo pensiero, in fumetti in lettere cicciotte, è TU NO.
poi penso che hai un figlio per cui provo pulsioni a me sino un anno fa ignote e non lo scrivo, non scrivo TU NO.
non scrivo TU HAI ROVINATO TUTO QUANDO A GIUGNO MI HAI ACCUSATO DI OGNI SCELTA CJE HO FATTO NEGLI ULTIMI ANNI. quando non ti sei schierata dalla mia parte, ma di una persona che non c'è, che ti lascia sola e che non ti manca. tu non sai cosa voglia dire sentirti pronunciare "mi manchi" e non "mi dispiace" o meglio ancora "scusa". non lo sai, neanche ci pensi, che forse dovresti dirmi scusa. dimostri così ancora una volta che di me non ti importa, che non mi conosci, perché NON TI IMPORTA.
penso che ti manco perché sei sola, perché tra me e una gallina che ti ha sempre ignorato hai scelto la gallina (e tientela). perché il tuo uomo è un demente che non pensa m,ai tu magari possa voler parlare del fatto che stai male, e devi farlo con me. e il tuo uomo ti dice che sono una fallita e allora mi scacci e poi torni e non dici neanche "scusa". e mi dico: ti manco non perché sono io, perché sono così, per quello che sei con me, per quello che ti do. ti manco perché sei sola e ti manca il mio esserti accanto e funzionale, il mio stare al tuo servizio e preoccuparmi del tuo stare male, senza mai dirti cosa penavo o provavo o, che paure avevo, in cosa mi stavo cacciando, ti serve e ti manca.
e poi sono io che devo crescere.

giovedì 22 dicembre 2011

ciao ex amico

c'è una persona con cui sto ricominciando a parlare in questi giorni. che ora che si riavvicina (come la volpicina del piccolo principe) mi accorgo quanto mi era mancata.

mercoledì 21 dicembre 2011

ragazza col reggiseno blu

la ragazza

ci sono cose che mi fanno davvero imbestialire. e che so fanno imbestialire anche noi. però siamo tutti come sedati. ci incazziamo, sì, magari piagnucoliamo, però poi boh. è come in animal farm.

lunedì 19 dicembre 2011

il 13 dicembre 2021

ho rifatto la carta di identità.
guardavo la data di scadenza e mi dicevo che ohi chissà dove sarò nel 2021.
poi mi sono ricordata quando l'ho rifatta nel 2006, con l'indirizzo nuovo, che stavo andando a convivere. e mi dicevo: nel 2011 quando la rifarò avrò più sicurezze, sono sicura che avrò un posto fisso. era una carta di identità speranzosa arrivata distrutta alla scadenza, con quella foto di me con il raffreddore e il piumino arancione.
questa è una carta triste, un po' gnegna, con me con i capelli rassettati per l'iscrizione all'ordine dei giornalisti, ma senza raffreddore. scadrà e avrò quasi cinquant'anni. e sono certa non avrò un posto fisso, non avrò una casa mia. so anche che avrò un gatto. a volte penso mi piacerebbe vivere a londra. mio papà per allora non ci sarà più, ed è un pensiero angosciante. non avrò più la panda bianca, immagino, e continuerò a scofanarmi kili di cioccolata. avrò tante speranze, continuerò a non voler mettere i tacchi e a dormire sino a tardi, e probabilmente sarò più povera di speranze e buoni sentimenti di adesso...

lunedì 12 dicembre 2011

me against demeny voting

ho letto sull'inserto del corriere un articolo sul demeny voting e mi sono messa ad imprecare.
di fatto è la proposta di consegnare maggior potere nel voto ai genitori, ovvero, il loro voto vale doppio rispetto al mio, che sono una povera caprona zitella che quando morirà non lascerà nulla di buono, perché LORO hanno degli eredi ed è giusto che decidano.
h no cari. un bambino di sei anni PRIMA produce e POI vota.
e che cavolo.
io pago tasse che vengono rinvestire anche per abbattere i costi degli asili o per pagare il medico di base a quei mocciosi catarrosi che sono sempre malati. ed è giusto così., è la sussidiarietà. ma io non reputo che la mia amica chicca solo perché per caso uno spermatozoo le si è impiantato nell'utero sia più saggia di me e possa fare scelte migliori perché ORA HA UN FIGLIO. in realtà, da quando ha scodellato il piccolo lurenSo, pensa solo a pappe cacche e sonnellini. una visione un po' chiusa del mondo. se i genitori dovessero decidere le sorti del pianeta, magari è vero che sarebbero più ecocompatibili, però tante cose che secondo me non sono senza importanza, come ad esempio la cultura e il divertimento potrebbero fallire. un genitore si disinteressa dl teatro, tanto non può mica andarci, deve tenere a bada il covo di germi che ha partorito. e se permettete, per me queste cose contano ancora.
ma non è solo questo.
secondo me, chi crede nel demeny, in realtà è in malafede. dici: investiamo nel demeny perché credi che i genitori siano ecofriendly e robe così, perché credi, supponi, sei certo che poteranno avanti politiche ambientali ed animaliste. e se invece i genitori fossero dei neonazisti che vogliono la segregazione razziale? non saresti più tanto pro demeny, vero? beh io credo che la democrazia vada sempre rispettata, e non solo quando la maggioranza la pensa come me. e che è davvero davvero meschino perorare una causa solo perché si pensa che indirettamente possa portarci qualcosa di buono.
credo anche che la democrazia universale sia che una testa è un voto. che le donne valgono quanto gli uomini e i poveri quanto i ricchi. e che se dobbiamo lottare per dare diritto di voto a qualcuno non dovremmo dare più potere ai genitori, o ai ricchi, o ai vedovi o a chi ha un cavallo, ma agli immigrati, che vivono qui, ci pagano le tasse e devono subire scelte che prendiamo bellamente sopra la loro testa.

venerdì 9 dicembre 2011

la scelta sbagliata

Questa e' la storia del mio attacco di iperventilazione nella doccia, nella casa in cui vivo sola immagino ancora per poco perche' non credo riusciro' a pagare l'affitto a febbraio e dovro' tornare a casa dai miei sfrattando la gatta che ha inzaccherato di pelo il materasso che in ogni caso era troppo piccolo per la struttura letto.
Racconta di me che ripongo nelle gocce che mi cadon giu' dal mento le lacrime che non voglio i miei genitori che mi mantengono vedano e che non posso permettere che i miei amici che mi sopportano debbano notare un'altra volta: odio sbatter loro in faccia il "non esco più' perche' non ho soldi"; sembra io li colpevolizzi perche' il mio giornale non mi paga da cinque mesi e nessuno e' interessato ad assumermi, nemmeno le coop che forniscono pulizia cessi.
Io e la mia scelta sbagliata.
Quando nove anni fa ho lasciato il giornale con cui collaboravo da sette e l'universita' a quattro esami dalla fine perche' credevo che fosse fatta, che mi stavano per assumere come redattore per un giornale in crescita.
Ora di anni ne ho 37 e sono come una bambina, non so fare un lavoro, nessun altro lavoro al di fuori della comunicazione, e in questo, di lavoro, nessuno vuole darti a sufficienza per vivere. Nessuno vuole darti. Come se scrivere fosse gia' un premio. Io scrivo bene e verifico le fonti e faccio lavoro di ricerca e trovo le notizie e le so gestire ma forse no, forse non sono capace in realta', dato che all'esame per passare professionista sono stata bocciata e alla fine il quotidiano che doveva darmi un futuro mi ha fatto lavorare per 6 giorni la settimana per 900 euro al mese - manco la tredicesima - ed evadendomi i contributi inpgi dicendo sempre "il prossimo anno". Niente soldi, a breve niente casa, auto regalata dalla mamma, e niente amor proprio e fiducia in me stessa.
Vorrei tradurre, lo so fare bene. Credo, perché poi arriva la paura e l'incapacità di credere in se stessi.
Voglio lavorare in redazione programmi, passare i pezzi, lavorare in strada cercando le notizie, fare la segretaria di redazione, organizzare eventi, lavorare in ufficio stampa. Il mio sogno è l'editoria, ma non oso neanche pensare di poter rispondere AL TELEFONO in una casa editrice.
Ma nessuno mi da' mai neanche l'occasione di dimostrare qualcosa.
Forse gia' nella mia lettera di presentazione sbaglio, si capisce che sono una schiappa che ne so. Solo io penso di meritare quel che chiedo? Dicono: "ma devi cercare la raccomandazione giusta". Non so chiedere, e in ogni caso non e' quello il mondo in cui voglio stare.
Pero' c'e' chi mi dice: "e il mondo che vuoi e' quello in cui a 37 anni single tornerai a vivere da tua mamma pensionata senza una lira da parte perche' se guadagni 900 euro al mese non metti nulla via e quando il tuo giornale chiudera' non avrai neanche la disoccupazione perche' non ti hanno mai messo in regola".
E beh della crisi si parla, ma la maggior parte delle persone ne ha paura preventiva. Io invece sono povera, senza paracadute sociale, senza possibilita' di trovare un lavoro, perche' per i miei datori ero troppo giovane per un articolo 2 e per i prossimi sono invece solo troppo vecchia. Ed e' qui che arrivo: a quando nove anni fa una scelta sbagliata mi ha portato a rubarmi il futuro a 37 anni.

giovedì 1 dicembre 2011

diario di una prossima disoccupata

la mia storia sono io che cambio lavoro dieci anni fa perché un quotidiano emergente e giovane mi chiede di collaborare e io inizio il lavoro in redazione per 700 euro al mese.
ora sono io, con il giornale in cassa solidarietà da un anno, con patto sindacale che imponeva la mia assunzione ad aprile, io che ad apri,e ho firmato un contratto che è sparito e continuo ad essere un cococo che resterà per strada senza nessun ammortizzatore sociale perché non vengo messa in regola, e scopro che manco i contributi da cococo l'azienda mi ha creato, dal 2006 ad oggi.
questo sono io, che cerco di far capire al mio direttore la mia rabbia e la frustrazione e il senso di impotenza e vengo bollata come rompicazzo o delirante o ci sono problemi più gravi. più gravi di me senza stipendio da quattro mesi con mia mamma che mi paga l'affitto e la prospettiva che se il viceministro malinconico non fa un regalo alla mia azienda resterò senza nulla. che faccio la giornalista dal '97 e ora ho 37 anni e chi mi assume più a far che, che non so fare altro o almeno non l'ho mai fatto?
come me ce n'è tanti di voi, depredati del futuro a un'età in cui il futuro non dovrebbe far più così paira come quando di anni ne avevi 25. e invece resterò adolescente per sempre, senza pensione, dato che alla mia età non ho un euro di contributo, senza prospettive, senza poter fare nessun minimo investimento, una casa, un viaggio vero, una macchina. figurarsi un figlio. a tirare a campare. a prendere il tonno che costa meno quando fai la spesa alla sma. a sentirmi come se dattorno non ci fosse nulla perché non posso aver paura della mancata pensione, se ho paura anche solo di domani. e quando i miei non potranno aiutarmi più?