mercoledì 8 maggio 2013

La guerra tra i poveri

Oggi ho avuto una discussione con una persona che sosteneva su Twitter che un’immigrata non può fare il ministro alle pari opportunità (e allora dico io non lo può fare manco una donna o un omosessuale, ma va beh) e che con che coraggio oggi al tg regione c’era UN IMMIGRATO (la persona lo ha ben sottolineato) che si lamentava della casa del comune da 28 mq in cui vive ma aveva il plasma da 38’. Mi sono molto arrabbiata. Perché mi pare ci siano tante persone che stanno nelle case del comune e hanno il plasma o l’iphone (io non ho né l’uno né l’altro, che sono povera e per prima cosa pago l’affitto), e perché mi pare si voglia intendere che se fosse stato un bresciano a lamentarsi dell’appartamento avendo un plasma, sì, andava bene. Ho sfanculato la suddetta persona. La quale mi ha chiesto conto. Io ho spiegato che certi discorsi leghisti non mi vanno e che a questo punto, visto che lei è libera di pensare ciò che vuole (le scarpe e i negri cattivi, mi pare), preferisco non ascoltare più. Lei ha dapprima chiesto se io ho vissuto il razzismo, come è capitato a lei. E io mi sono chiesta, ma stavolta ho taciuto, come un’hostess bianca giovane e tettona in un villaggio Alpitur per ricconi in centro America abbia vissuto il razzismo, o possa paragonarsi al senegalese che vende collanine e vive di carità abitando in una stanza di 20 mq in dieci. Poi lei ha detto che due sue amiche sono rimaste senza lavoro. Anche io sono senza lavoro, e il mio datore di lavoro (BIANCO, CREMONESE) non mi ha pagato i contributi per dieci anni, e succede, che si resti senza lavoro. E allora si devono chiedere al governo politiche sul lavoro più incisive, smettendo di tagliare i diritti dei lavoratori, io contributi, diffondendo a macchia d’olio i contratti atipici, e smetterla di permettere alle aziende di spostare la produzione all’estero. E aiutare i pendolari, migliorare la rete di trasporti, aiutare i giovani a trovare lavoro e a impararne uno. Mica incazzarsi con i negri. Lei ha detto che la sua amica non riesce a pagare il nido. E io allora ho ribattuto che il nido non è scuola dell’obbligo, è a pagamento ovunque e per tutti, e che allora ci si deve battere, come fa il mio partito, perché il nido sia gratuito, o a prezzi calmirati, ma che continuo a non vedere cosa c’entrino gli immigrati con questo. Ha detto che non è giusto che paghiamo le case agli immigrati. Ho detto che io sono orgogliosa che le mie tasse siano usate per aiutare chi ha bisogno. Che mi vergogno di come sono usate in altre cose (tipo fare la TEM, direi) E lei: gli immigrati vengono qui a mungere la vacca e noi dobbiamo avere più servizi e prima perché noi abbiamo creato questo paese. Ho smesso di discutere. E me ne sono rimasta lì, a guidare per Milano e a chiedermi che minchia ho fatto io per questo paese che per me neanche esiste. Ho frequentato le scuole, dalla materna all’università, ho usato la sua sanità, le sue strade i suoi orribili trasporti pubblici. Lavoro da 16 anni e pago pochissimi contributi perché non sono mai stata messa davvero in regola (il bello di essere giornalista) e quindi? Io ho preso. Un ragazzo nato qui da genitori stranieri dà all’Italia più di me. Perché fonde le due culture, quella di provenienza e quella italiana, e la fa evolvere. La cambia. Ho pensato alla xenofobia religiosa che si ha in particolare verso i musulmani, e ho pensato che non ho mai sentito musulmani andare in tv a chiedere che tutte le donne si coprano il capo, o induisti a imporre di non mangiare il manzo, non li ho visti unirsi in gruppi per chiedere il varo di leggi che limitassero la mia libertà, né ho sentito di aggressioni fatte da musulmani a gente che il venerdì lavorava. Ma ho visto (anche) politici cattolici impedire una legge che conceda gli stessi diritti civili a tutti, perché in Italia alcuni possono sposarsi e adottare e altri no: Li ho visti lottare contro l’aborto e il divorzio in base del loro credo, e reputare alcune persone, ad esempio gli omosessuali, sbagliati, e permettersi di dirlo in pubblico e avere anche chi dava risalto e eco a queste affermazioni. E mi sono vergognata per quella persona… e ho preferito non ascoltare più.

1 commento:

lise.charmel ha detto...

sarebbe ora di cominciare a parlare di persone. indipendentemente dal sesso, dall'origine, dalla religione, dagli orientamenti sessuali.
perché non valutiamo se il ministro XY è competente invece di preoccuparci se è uomo, donna, gay, bianco, se mangia la carne o nemmeno beve il latte?
uffa.
anch'io vorrei che ci fossero servizi per tutti, in particolare per coloro che ne hanno bisogno, ma per questo serve ricchezza e la ricchezza bisogna crearla, invece di tagliare a tutto spiano.