sabato 26 novembre 2011

le verità di anobii

ieri mi ha detto che è andato a guardare il mio ANOBII. che ANOBII è fatto per essere guardato, ma io l'ho trovato un po' morboso, tant'è.
quel che mi fa pensare è che ha chiesto: ma tu scegli i libri da leggere solo in virtù del fatto che non li conosce nessuno?
mi ha fatto pensare. perché io ovviamente non li scelgo in funzione di ciò, e ovviamente se scopro un libro è perché l'ho visto addosso a qualcun altro, per cui sic est che esiste e per me non è sconosciuto.
poi ovviamente stamani ho spulciato tutto il mio scaffale. l'ho fatto perché lui non è uno sprovveduto. lui dice che per i primi 25 anni della sua vita non ha fatto che leggere. l'ho girato e rigirato e a parte i numerosi libri di viaggio su londra e sull'est asiatico, non ho visto nulla. e non avevo mai pensato che una libreria potesse essere vista in questo modo. come qualcosa che noi organizziamo per rimandare un'immagine di noi, come quando esci con uno che ti piace la prima volta e metti il push up... ma come una cosa vera, che dice chi sei davvero. e poi ho pensato: ma chi è così malato da falsare i suoi GUSTI per far credere di essere in un modo o nell'altro? come chi finge di essere vegano per essere accettato dalle pischelle hippy. e ho concluso che lui è colto, sì, ma che forse la sua cultura gli ha creato una sovrastruttura che gli ha mandato in pappa il cervello...

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