venerdì 9 dicembre 2011

la scelta sbagliata

Questa e' la storia del mio attacco di iperventilazione nella doccia, nella casa in cui vivo sola immagino ancora per poco perche' non credo riusciro' a pagare l'affitto a febbraio e dovro' tornare a casa dai miei sfrattando la gatta che ha inzaccherato di pelo il materasso che in ogni caso era troppo piccolo per la struttura letto.
Racconta di me che ripongo nelle gocce che mi cadon giu' dal mento le lacrime che non voglio i miei genitori che mi mantengono vedano e che non posso permettere che i miei amici che mi sopportano debbano notare un'altra volta: odio sbatter loro in faccia il "non esco più' perche' non ho soldi"; sembra io li colpevolizzi perche' il mio giornale non mi paga da cinque mesi e nessuno e' interessato ad assumermi, nemmeno le coop che forniscono pulizia cessi.
Io e la mia scelta sbagliata.
Quando nove anni fa ho lasciato il giornale con cui collaboravo da sette e l'universita' a quattro esami dalla fine perche' credevo che fosse fatta, che mi stavano per assumere come redattore per un giornale in crescita.
Ora di anni ne ho 37 e sono come una bambina, non so fare un lavoro, nessun altro lavoro al di fuori della comunicazione, e in questo, di lavoro, nessuno vuole darti a sufficienza per vivere. Nessuno vuole darti. Come se scrivere fosse gia' un premio. Io scrivo bene e verifico le fonti e faccio lavoro di ricerca e trovo le notizie e le so gestire ma forse no, forse non sono capace in realta', dato che all'esame per passare professionista sono stata bocciata e alla fine il quotidiano che doveva darmi un futuro mi ha fatto lavorare per 6 giorni la settimana per 900 euro al mese - manco la tredicesima - ed evadendomi i contributi inpgi dicendo sempre "il prossimo anno". Niente soldi, a breve niente casa, auto regalata dalla mamma, e niente amor proprio e fiducia in me stessa.
Vorrei tradurre, lo so fare bene. Credo, perché poi arriva la paura e l'incapacità di credere in se stessi.
Voglio lavorare in redazione programmi, passare i pezzi, lavorare in strada cercando le notizie, fare la segretaria di redazione, organizzare eventi, lavorare in ufficio stampa. Il mio sogno è l'editoria, ma non oso neanche pensare di poter rispondere AL TELEFONO in una casa editrice.
Ma nessuno mi da' mai neanche l'occasione di dimostrare qualcosa.
Forse gia' nella mia lettera di presentazione sbaglio, si capisce che sono una schiappa che ne so. Solo io penso di meritare quel che chiedo? Dicono: "ma devi cercare la raccomandazione giusta". Non so chiedere, e in ogni caso non e' quello il mondo in cui voglio stare.
Pero' c'e' chi mi dice: "e il mondo che vuoi e' quello in cui a 37 anni single tornerai a vivere da tua mamma pensionata senza una lira da parte perche' se guadagni 900 euro al mese non metti nulla via e quando il tuo giornale chiudera' non avrai neanche la disoccupazione perche' non ti hanno mai messo in regola".
E beh della crisi si parla, ma la maggior parte delle persone ne ha paura preventiva. Io invece sono povera, senza paracadute sociale, senza possibilita' di trovare un lavoro, perche' per i miei datori ero troppo giovane per un articolo 2 e per i prossimi sono invece solo troppo vecchia. Ed e' qui che arrivo: a quando nove anni fa una scelta sbagliata mi ha portato a rubarmi il futuro a 37 anni.

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