venerdì 3 febbraio 2012

fissare il vuoto

Lo stupore e' il constatare, guardandomi al di sotto della coltre di ghiaccio, che sono distaccata da tutto, come se non fossi io che lunedì pago l'affitto o che passo il pomeriggio di oggi sul divano rosso imbacuccata sotto la coperta.
Sto qui, lavori da fare ne ho, soldi affatto, c'e' pure la macchina forzata e il gatto col raffreddore. C'e' la voce interiore che mi dice: cercavorocazzo!! E anche l'incredulita' di constatare che ad aprile ho firmato un contratto di lavoro, ma la mia azienda ha deciso che se ne fotte, e se voglio 800 euro al mese di cassa integrazione devo ritirare la causa che ho intentato. Per avere cio' che mi spetta, devo rinunciare ad altri diritti, e per questo risultato non devo ringraziare solo l'azienda, ma anche il sindacato lombarda dei giornalisti che, mentre pretendevo il rispetto di quanto avevo firmato, mi prendeva alla leggera per dare corda alla mia collega sciocca e al suo delirare "mi devono 220 mila euro".
Tutto passa sopra. Sono impotente e ogni tentativo di muovere un passo mi pare inutile, infatti se potessi mi Scaverei un rifugio, da cui aspettare che la glaciazione passi. Ma non si puo'

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